
L’architetto Caterina Baldi e il geometra Diego Pagni hanno fondato lo Studio Pagni Baldi a Massa e Cozzile con un obiettivo chiaro: progettare in modo funzionale e sostenibile. Da questa visione è nato Papembood®, materiale innovativo in bambù e carta riciclata, premiato anche con il Red Dot Design Award.
Abbiamo fatto loro alcune domande per conoscere meglio il percorso che li ha portati a questa sfida e le prospettive future del loro lavoro.
Introduzione e primi passiLavorate insieme come architetto e geometra da diversi anni. Come è nata la vostra collaborazione e cosa vi ha portato ad aprire lo studio?
– Caterina
Ci siamo conosciuti circa 7 anni fa, tramite una conoscenza comune. Diego aveva bisogno di rendering fotorealistici per un suo progetto e io mi divertivo proprio in quel settore.
– Diego
Ormai sono trascorsi più di 7 anni… dopo la prima collaborazione abbiamo ideato insieme altri progetti e da lì, dato che ci siamo trovati complementari fin da subito, abbiamo deciso di unire le nostre qualità in un unico studio.

Nei primi tempi, quali progetti vi entusiasmavano di più? La sostenibilità era già un tema presente o è arrivata solo in seguito?
– Caterina
Tra le prime opere realizzate insieme il caso ha voluto che ci fosse un’abitazione in legno, quindi un edificio 100% green. Questo giusto per far capire che la direzione del nostro studio è stata fin da subito rivolta verso la sostenibilità.
– Diego
La nascita di Papembood®Anche da soli, prima di fondare il nostro studio, abbiamo sempre concentrato le nostre attenzioni verso l’ambiente e il rispetto per esso. Per chi come noi progetta e costruisce è fondamentale pensare all’impatto che queste azioni hanno sul territorio. Da qui il nostro impegno nel rispettare ciò che ci circonda.
Avete raccontato che tutto è partito dalla domanda: “esiste un’alternativa al legno che sia sicura e sostenibile?”. Ricordate il momento in cui l’idea di Papembood® ha preso forma?
– Caterina
L’idea di Papembood® è nata osservando bene i materiali esistenti, conoscendone i pro e i contro. Un giorno, avevamo sulla scrivania un pezzo ci compensato multistrato, caratterizzato da quelle fasce sui bordi e ci è venuto in mente che poteva essere divertente avere quelle fasce di colori diversi, magari sfruttando materiali già esistenti.
– Diego
I nuovi materiali ci affascinano molto e l’idea di poter realizzare un pannello divertente e colorato ci ha coinvolti fin da subito.

Due anni di ricerca e prototipazione non sono pochi. Qual è stata la difficoltà più grande nel trasformare l’idea in un materiale reale e utilizzabile?
– Caterina
Le difficoltà sono state tante, soprattutto perché non è il nostro mestiere: capire quali test dovevamo effettuare, trovare il laboratorio per farli, trovare la colla che fosse sostenibile ma soprattutto resistente, trovare il cartone con le caratteristiche che ci servivano. Due anni possono sembrare tanti ma per ottenere il materiale giusto occorre tempo.
– Diego
La nascita di Papembood®Una delle difficoltà più grandi che abbiamo dovuto affrontare è stata quella economica. Nonostante abbiamo fondato una start up innovativa, nonostante la volontà di sviluppare un materiale sostenibile, non ci sono sostegni economici reali per questo tipo di imprese. Esistono pochi bandi e quei pochi sono resi inaccessibili dalla burocrazia. Per questo motivo ogni passo che abbiamo intrapreso è stato autofinanziato.
Il nome Papembood® è particolare e rimane impresso. Come lo avete scelto?
– Caterina
Papembood è semplicemente l’unione fra Paper (carta) e Bamboo Wood, ovvero i due elementi che compongono il nostro pannello.
– Diego
Il materiale e il suo impattoLo scopo del nome doveva infatti essere quello di richiamare ciò che costituisce il nostro materiale.
Papembood® nasce dall’unione di bambù e carta riciclata. Perché proprio questi due materiali?
– Caterina
La carta, così come il legno, è un prodotto degli alberi. Però abbiamo scelta la carta riciclata, perché è un prodotto di scarto e il suo processo produttivo permette di riciclarla infinite volte. E poi la carta che abbiamo scelto è colorata in pasta, quindi ogni foglio che compone Papembood® è colorato anche al suo interno.
– Diego
Il materiale e il suo impattoIl bambù invece è una pianta, non un albero, e il suo sviluppo è veramente veloce, tanto che viene definita infestante. Il bambù che usiamo noi è in fogli, spessi nemmeno un millimetro, che vengono incollati sopra agli strati di cartone. E’ un materiale molto resistente ai graffi e alle abrasioni e la finitura è molto simile al legno.
Avete ricevuto riconoscimenti importanti, come il Red Dot Design Award. Che cosa ha significato per voi ottenere un riconoscimento di questo livello?
– Caterina
Il Red Dot Design Award è il premio più importante di design al livello internazionale. Personalmente, come architetto, l’ho sempre visto come un miraggio, un sogno irrealizzabile. Il fatto che il nostro prodotto sia stato giudicato da una giuria di esperti a livello mondiale e che abbia vinto il premio “Best of the best” per la Sostenibilità è davvero un risultato incredibile, che ci ha riempito di orgoglio.
– Diego
Ci tengo a sottolineare che il Red Dot vede migliaia di partecipanti da tutto il mondo ogni anno e una cerimonia di premiazione davvero emozionante. Oltretutto il premio che abbiamo vinto, ovvero “Best of the best” nella categoria della sostenibilità non era mai stato vinto da nessuno in Italia. E’ stato davvero un importante traguardo.

Avete realizzato arredi per camerette, uffici, giardini… C’è un progetto che, secondo voi, rappresenta al meglio le potenzialità di Papembood®?
– Caterina
Secondo me Papembood®, come sostituto del legno, può essere davvero impiegato in più settori, dall’arredo, ai giocattoli, ma anche a decorazioni per la casa e per la parete. Credo però che l’applicazione migliore sia per i giocattoli, soprattutto per comunicare ai bambini il messaggio che c’è dietro al nostro materiale.
– Diego
Credo che comunicare ai bambini il concetto che dal rifiuto si può ottenere una risorsa, con la quale poi realizzare giocattoli, sia in assoluto lo scopo più costruttivo della nostra impresa. Quindi i giocattoli, anche a mio parere, rappresentano al meglio le potenzialità del materiale.

Se poteste ridisegnare un pezzo di design iconico o uno spazio famoso con Papembood®, quale scegliereste e perché?
– Caterina
Visione e FuturoLa famosa sedia rossa e blu di Gerrit Thomas Rietveld, composta da vari elementi in legno, tutti sapientemente calcolati e aggiuntati fra loro. Un capolavoro del design!
Tra dieci anni pensate che materiali come Papembood® saranno diffusi su larga scala o resteranno una scelta di nicchia e consapevole?
– Caterina
La speranza è che diventino materiali ampiamente diffusi; questo significherebbe che noi tutti consumatori abbiamo cambiato il nostro modo di gestire i propri beni, ma sopratutto i propri rifiuti.
– Diego
Visione e FuturoIo credo che materiali come Papembood® resteranno una scelta di nicchia. Ciò che gran parte delle persone guarda è il costo del prodotto, ed è ovvio che il costo del nostro materiale non potrà mai essere più basso rispetto alla banalissima plastica.
Se doveste riassumere Papembood® in un solo valore da lasciare alle prossime generazioni, quale sarebbe?
– Caterina
Semplicemente il nostro motto: “Per fare il legno non ci vuole l’albero”
– Diego
Con Papembood® il rifiuto diventa una preziona risorsa, che rispetta l’ambiente e contrasta la deforestazione.
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