
Cosa ti ha ispirato a intraprendere la carriera di attore, e in che modo le tue radici italiane hanno influenzato il tuo approccio alla recitazione?
Accento italiano nella recitazioneL’ispirazione è nata in gioventù senza sapere veramente come, un giorno mi sono ritrovato nella sala proiezioni della caserma di Falconara, “acclamato” sul palcoscenico dai commilitoni per fare le imitazioni dei nostri superiori: Caporal Maggiore, Tenente… e più su… non vi dico la mia faccia quando è apparso il tenente in galleria… facevo ridere, mi andò bene. In realtà ero un bambino solitario che amava giocare da solo sul terrazzo di casa a imitare e inventare personaggi. In ultimo poter uscire da sé stessi e impersonare il personaggio di una sceneggiatura mi ha sempre fatto sentire libero da tutte le paure e limitazioni. Le mie radici italiane sono state molto utili quando nel 2013 ho ricominciato a recitare a Toronto (Canada). La figura dell’italiano moderno si sposava perfettamente con certe tipologie di Brand commerciali (food, lifestyle… etc) e ricercato per ruoli di cinema e televisione ambientati nei giorni nostri.
Il tuo accento italiano è diventato una caratteristica distintiva del tuo lavoro nei film in lingua inglese. Come lo utilizzi o lo adatti per i diversi ruoli?
In Canada convivono 80 etnie diverse e per questo motivo anche gli USA sfruttano la presenza di così tante estrazioni culturali per trovare attori che possano interpretare le caratteristiche più svariate. Il mio era ed è un accento soft che identifica la cadenza italiana ma non la stigmatizza, direi non un vero accento ma una inflessione. Il suo utilizzo nei diversi ruoli è una scelta interpretativa che ha a che fare con le caratteristiche del personaggio. Poteva essere più o meno marcato se necessario.

Cosa ti ha portato a iniziare a insegnare recitazione, e in che modo questo si completa o si differenzia dal recitare davanti alla telecamera?
Ruolo preferitoHo frequentato a Toronto un Actor Studio per più di 4 anni, lì, con un coach di origine argentina, ho imparato tutti i fondamentali della recitazione sul set. Un giorno il direttore mi chiamò e mi disse: “Vuoi fare l’acting coach qui da noi?”, lo guardai abbastanza confuso direi e risposi: “ma io non ho mai insegnato, tantomeno recitazione, non so se sono in grado…”, mi guardò e mi disse semplicemente: “lo sai fare, lo sai fare. Cominciamo con tre studenti in lezione privata e una classe di principianti il sabato mattina”. Ecco cosa mi ha ispirato. Il bello è che mi piace moltissimo insegnare e ho proseguito anche in Italia, presso l’Accademia del cinema di Lucca con classi del secondo anno e questa estate ho insegnato per l’IFAS (international Film and Acting Summer School ad un gruppo di 9 ragazzi, tutti stranieri, che hanno scelto questo full immersion nel mestiere del cinema, dalla sceneggiatura al montaggio inclusa la recitazione. Insegnare è trasmettere e nella recitazione si trasmettono le sensazioni, le emozioni e come provarle… fantastico!
Tra tutti i ruoli che hai interpretato, qual è stato il più memorabile o significativo per te, e perché?
Indimenticabile il ruolo del fotografo protagonista del corto “The immaculate conception Photography gallery” tratto da un romanzo di Katherine Govier… un fotografo degli anni sessanta che sopraffatto dalle continue richieste di “alterazione” (fotomontaggi) delle fotografie, Il Photoshop di oggi, decide di chiudere il negozio e lasciare la professione. Con quel corto nel 2015 abbiamo vinto la competizione per il miglior corto canadese al TSIFF (Toronto Short International Film Festival) parte del più noto TIFF (Toronto International Film Festival), fu il mio primo ruolo da protagonista.
Come pensi che l’evoluzione della tecnologia (come le piattaforme di streaming e l’intelligenza artificiale) stia cambiando le opportunità e le sfide per gli attori?
Prospettiva globaleAI è già fortemente presente e probabilmente eliminerà in poco tempo il ruolo del doppiatore. Gli ultimi film ai quali ho partecipato, girati in inglese, sono stati doppiati in Spagnolo e Portoghese. La voce è esattamente la mia e riprende le inflessioni. Lo streaming su piattaforme gratuite o low cost sta allargando prepotentemente il mercato delle produzioni low budget che con la tecnologia di oggi a disposizione non sembrano proprio low budget anzi. Prevedo una rivoluzione nel mondo della distribuzione e nel mondo della produzione. Anche gli attori pagheranno un prezzo ma ci sarà più lavoro per tutti, almeno fino a quando le copie AI di Russell Crowe o Brad Pitt non soppianteranno gli originali. Il teatro non morirà mai, basti pensare che l’arrivo del cinema non lo ha distrutto.
Avendo lavorato sia in Italia che in Canada, quali sono le principali differenze nel funzionamento delle due industrie cinematografiche, e come hanno influenzato il tuo modo di vedere le cose?
Il Canada è cresciuto moltissimo nel settore del cinema negli ultimi decenni. È cresciuto sotto l’ala dell’industria americana. Il cinema è un’industria a tutti gli effetti come l’automotive, la chimica, il manifatturiero etc… Qualsiasi settore industriale si dota nel tempo di un’organizzazione sempre più rispondente alle necessità economiche per massimizzare il risultato economico dei prodotti rilasciati sul mercato. Credo di aver introdotto io in Italia la Call Sheet che pianifica in ogni minimo dettaglio quelle che saranno le attività svolte da Cast e Crew nella singola giornata di lavoro sul set, dall’ora del prelievo in albergo degli attori, all’ora in cui sarà disponibile il primo caffè, per non parlare della descrizione dettagliata della sequenza delle scene. Ecco l’Italia non è ancora arrivata ad avere questa organizzazione stile catena di montaggio. La sua mancanza porta a ritardi, perdita di concentrazione e a volte confusione. Ogni minuto costa soldi in qualsiasi attività di produzione incluso il cinema.

Puoi condividere le tue esperienze con i direttori di casting in Canada rispetto a quelli in Italia? Cosa dovrebbero capire gli aspiranti attori sui diversi approcci?
Collaborazione dei sogniIl COVID ha totalmente stravolto il percorso delle audizioni. In Canada i provini erano tutti in presenza presso lo studio di Casting e i Casting Director erano sempre presenti in prima persona. Questo era il grande vantaggio dei casting in presenza. Se il casting director intravedeva qualcosa durante il provino, ti chiedeva di rifarlo con qualche richiesta interpretativa e lì si vedeva che attore eri. Oggi tutto via link, il che vuol dire che ti devi organizzare tutto per conto tuo: il luogo le luci, la ripresa, il reader (chi legge la controparte). Certo il vantaggio è che lo puoi fare e rifare a piacimento ma secondo me l’interpretazione dal vivo in sala di registrazione è molto più veritiera.
C’è un regista, un attore o uno sceneggiatore con cui hai sempre sognato di lavorare? Perché?
Consigli per aspiranti attoriSono rimasto veramente impressionato dalla Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. Ero ancora a Toronto quando vidi il film su Netflix. Era la mia Roma, perdipiù i quartieri dove sono cresciuto e poi l’interpretazione straordinaria di Toni Servillo, il tutto costruito con dei dialoghi da rabbrividire, non a caso sono nati gli Aforismi di Paolo Sorrentino. Da quel momento ho visto e rivisto tutti i suoi film e la recitazione di Toni Servillo è un modello assoluto per me. Il mio sogno è una parte piccolissima in un film di Sorrentino con un breve scambio di battute con Servillo.
Qual è il consiglio che ti trovi più spesso a dare ai tuoi studenti di recitazione?
Lezioni più importantiIn Italia, quando sarà il momento: scegliere con molta attenzione l’agente, ma molta attenzione e non aggiungo altro. Per la recitazione: la parte ripetuta ad libidum anche un centinaio di volte, solo così potrai distaccarti dal testo, dalla parola e dedicarti ad assorbire il sottofondo delle emozioni del tuo personaggio. Ci sono tanti altri dettagli da “raccogliere” lungo il percorso della scoperta dell’affascinante mistero del comportamento dell’essere umano, ci vuole tempo e sensibilità.
Qual è la lezione più preziosa che l’industria cinematografica ti ha insegnato nel corso degli anni?
Ultimo releaseChe bisognava insistere da giovani, non avere paura di affrontare di inseguire il sogno quando si è giovani, quando si può ancora sbagliare inoltre circondarsi di persone positive, che credono in te, ne ho incontrati molti di detrattori e in un mestiere già così difficile, non ti servono. Non mollare mai, dove non arrivi tu, arriverà un altro al posto tuo. Essere meticolosi, concentrati e costanti.
Il tuo progetto più recente, Man in the Fields – 2024, è appena uscito. Puoi raccontarci un po’ del tuo ruolo nel film e cosa ti ha spinto a partecipare a questo progetto? Cosa ti auguri che il pubblico possa trarre da questo film?
Questo film nasce dalla penna di due miei ex allievi, uno di recitazione e l’altro di regia. Un giorno totalmente inaspettata mi arriva una loro telefonata dove mi dicono: “Prof. abbiamo scritto una parte per te nel film horror che gireremo a febbraio! Non dirci di no!” Come avrei potuto? Ero assolutamente il più vecchio della troupe e sono stati 5 giorni di freddo intenso ma indimenticabili. Ho lasciato un’altra traccia di me nella cinematografia e spero che tra il pubblico possa spuntare per miracolo Sorrentino!!!