La festa della donna da anni fa parte della nostra realtà, nonostante questo però non bisogna pensare che sia una festa banale o scontata.
Il suo scopo infatti è di arrivare alla tanto discussa parità di genere, sicuramente sono stati fatti molti passi avanti rispetto al secolo precedente, ma non è stata ancora del tutto raggiunta.
In Italia per molti anni questa parità ha fatto fatica ad emergere, in particolare modo nella pubblicità degli anni 50, che vedeva la donna a completo servizio dell’uomo e dalla società.
Per fortuna da allora il modo di pensare e la società sono cambiati, ma il percorso non è stato così facile.
Festa della Donna: Origini incerte
L’8 marzo dalla maggior parte delle persone è associato all’incendio della fabbrica tessile Triangle a New York, in cui persero la vita molte lavoratrici donne, avvenuto però il 25 marzo 1911.
In realtà questa data è stata scelta grazie alla manifestazione anti-zarista di San Pietroburgo svolta nell’8 marzo 1917 e guidata dalle donne operaie della capitale. Pochi giorni dopo questo significativo evento, paesi di tutto il mondo iniziarono a festeggiare la figura femminile, fino a rendere l’8 marzo il giorno della festa della donna.
Il giorno dedicato alle donne è stato ufficializzato dall’ONU nel 1977, per raggiungere la completa parità di genere entro il 2030.
La festa della donna e la pubblicità negli anni ’50
Negli anni del dopoguerra scoppia il boom economico e insieme ad esso anche la divisione di genere. L’uomo va a lavorare e la donna rimane a casa, trascorrendo le sue giornate tra il bagno e la cucina.
Per la società dell’epoca era inaccettabile che l’uomo trovasse la casa sporca appena tornato da lavoro, o che dovesse aspettare per mangiare un pasto caldo. Per questo le pubblicità dell’epoca ritraevano la figura femminile come vera e propria casalinga, pronta a soddisfare il suo compagno in tutto e per tutto.
Alla donna venivano associati prodotti per la pulizia della casa che promettevano di renderle la vita più facile, dal miracoloso detersivo al magico aspirapolvere. Non potevano mancare nemmeno prodotti alimentari o elettrodomestici, che garantivano un successo strepitoso in cucina e la felicità dell’intera famiglia.
Più che perfetta casalinga, la donna era considerata come una figura debole e ovviamente gli esperti di marketing di allora non si sono fatti scappare l’occasione. Lo spot qua sotto vuole rassicurare i suoi clienti che queste bottiglie sono così facili da aprire che perfino una donna ci riesce!
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Anni ’70: nasce la “donna-oggetto”
In soli vent’anni molte cose possono cambiare, infatti la “donna casalinga” non aveva più successo ed è stata sostituita dalla figura della “donna oggetto”. Nonostante la festa della donna fosse presente da anni, la società sceglie di sfruttare il suo corpo per pubblicizzare alcuni prodotti o le loro caratteristiche.
Negli anni ’70 la donna è una vera e propria icona sexy della pubblicità, raffigurata quasi sempre semi nuda e associata (o scambiata) per il prodotto.
Le donne non erano più considerate deboli, ma comunque facili da manipolare e controllare. Infatti vengono associate ad una figura seduttrice e ammicante, come se il loro unico scopo fosse quello di sedurre un uomo.
Spesso il corpo non viene mai mostrato per intero, al contrario vengono mostrati gambe, mani, labbra e glutei senza raffigura il volto.
Anni ’80-2000: la donna sempre più indipendente
I mitici anni ’80 portano aria di rivoluzione anche all’interno degli spot pubblicitari. La società di allora inizia a capire il significato della festa della donna e decide di rivoluzionare quasi completamente la sua figura.
Il corpo femminile rimane il protagonista delle campagne pubblicitarie ma la donna stavolta appare meno bomba sexy e più indipendente. Infatti inizia a ricoprire ruoli anche maschili, come donna capofamglia.
Inoltre il mondo della moda apre le porte anche alla figura maschile, rafforzando il rapporto tra i due generi e mettendoli sullo stesso piano. I prodotti fino ad allora destinati alle donne si rivolgono anche agli uomini, dando vita per la prima volta ai prodotti unisex.
Negli anni ’90 si completa il processo di emancipazione iniziato dieci anni prima, per merito di un fenomeno chiamato “femminilizzazione della società”. Tutto questo contribuisce a lanciare una nuova immagine di donna mai vista prima: la donna in carriera.
Oggi le donne sono considerate al pari degli uomini, con gli stessi diritti e quasi le stesse opportunità, siamo fiduciosi che il futuro porti alla completa parità per tutti.
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